Quali sono le differenze tra un ETF e un fondo comune? La Guida Definitiva
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A prima vista, i Fondi Comuni e gli ETF (Exchange Traded Funds) potrebbero sembrare quasi uguali, dato che entrambi permettono di investire in un ‘paniere’ diversificato di titoli mettendo insieme i soldi di tanti investitori. Tuttavia, per capire quale strumento sia il più adatto a te, è fondamentale chiedersi: Quali sono le differenze tra ETF e Fondi Comuni In questo articolo, esploreremo le distinzioni chiave per darti un quadro chiaro e aiutarti a orientarti nel mondo degli investimenti.
Le Principali Differenze tra ETF e Fondi Comuni
Anche se entrambi gli strumenti hanno lo scopo di investire in un “paniere” diversificato di titoli mettendo insieme i soldi di tanti investitori, il modo in cui funzionano nella pratica presenta distinzioni fondamentali. Capire queste differenze è cruciale per scegliere quale dei due strumenti si adatta meglio alle tue esigenze e preferenze di investimento.
Come vengono scambiati (Trading)
Una delle differenze più evidenti riguarda il modo in cui puoi acquistarli o venderli. Gli ETF (Exchange Traded Funds), come suggerisce il nome, sono negoziati in borsa esattamente come le azioni di un’azienda. Questo significa che puoi comprarli e venderli in qualsiasi momento durante l’orario di apertura del mercato finanziario, e il loro prezzo può variare continuamente in tempo reale in base alla domanda e all’offerta di quel momento.
I Fondi Comuni tradizionali, invece, non sono scambiati in borsa. Quando li acquisti o li vendi, interagisci direttamente con la società che gestisce il fondo (o tramite un intermediario autorizzato come una banca o un consulente). Le operazioni di acquisto e vendita vengono eseguite solo una volta al giorno, dopo la chiusura dei mercati, al prezzo (valore) ufficiale stabilito a fine giornata.
Il Prezzo (NAV vs Prezzo di Mercato)
Questa differenza nel modo di scambiare si riflette anche nel prezzo. Per i Fondi Comuni, il prezzo a cui li acquisti o vendi è sempre il Valore Netto d’Attivo (NAV – Net Asset Value) per quota, calcolato una volta al giorno dopo la chiusura dei mercati. Il NAV rappresenta il valore totale degli investimenti detenuti dal fondo, diviso per il numero di quote in circolazione.
Per gli ETF, invece, esiste un prezzo di mercato che può fluttuare durante tutta la giornata mentre vengono scambiati in borsa, proprio come accade per le azioni. Questo prezzo di mercato è generalmente molto vicino al NAV (anche gli ETF calcolano il NAV a fine giornata), ma in momenti di alta volatilità o scarsa liquidità, il prezzo di mercato di un ETF potrebbe discostarsi leggermente dal suo NAV in tempo reale.
Struttura e Accesso
Questa distinzione influisce anche sulla struttura e sull’accesso. Acquistare un ETF è molto simile ad acquistare un’azione: lo fai tramite un conto titoli presso un broker online o una banca che offrono accesso ai mercati azionari. Gli ETF offrono la flessibilità del trading intra-day e prezzi che cambiano costantemente. Acquistare quote di un Fondo Comune è un processo diverso, che di solito avviene direttamente tramite la rete di vendita della società di gestione o tramite istituti finanziari che distribuiscono quei fondi. Il prezzo è unico per tutti gli ordini eseguiti in un determinato giorno.
Stile di Gestione: Attiva vs Passiva e i Costi
Un’altra differenza importante tra Fondi Comuni ed ETF riguarda la strategia con cui vengono gestiti gli investimenti al loro interno. Esistono due approcci principali: la gestione attiva e la gestione passiva. Capire quale viene utilizzato influisce direttamente sui costi e sulle aspettative di rendimento.
Gestione Attiva
Nella gestione attiva, c’è un team di gestori professionisti che cerca attivamente di “battere il mercato” o un indice di riferimento. Questi esperti studiano l’andamento dell’economia, analizzano singole aziende o settori, prendono decisioni su quali titoli comprare, vendere e quando farlo, nel tentativo di ottenere performance superiori rispetto a un semplice benchmark. Questo approccio richiede molta ricerca, analisi e frequenti operazioni di compravendita. I Fondi Comuni “tradizionali” sono molto spesso a gestione attiva.
Gestione Passiva
Nella gestione passiva, l’obiettivo non è battere il mercato, ma semplicemente replicare il più fedelmente possibile la performance di un indice di riferimento specifico (come l’indice S&P 500, l’indice delle obbligazioni governative di un paese, o un indice settoriale). Il gestore passivo si limita a comprare i titoli che compongono l’indice, nelle stesse proporzioni, e a fare solo gli aggiustamenti necessari quando l’indice stesso cambia. Questo approccio richiede meno decisioni attive e meno trading rispetto alla gestione attiva. Gli ETF sono quasi sempre (ma non esclusivamente) a gestione passiva. “Gli etf sono gestiti attivamente?” La risposta è che la grande maggioranza sono passivi, ma esistono anche ETF a gestione attiva, sebbene siano meno diffusi dei fondi comuni attivi.
Costi a Confronto
La differenza nello stile di gestione ha un impatto diretto sui costi. La gestione attiva, richiedendo più lavoro, analisi e trading frequente, ha generalmente costi di gestione (Expense Ratio) più elevati rispetto alla gestione passiva. È logico: stai pagando per l’esperienza e il tempo dei gestori che cercano di ottenere performance superiori. I fondi e gli ETF a gestione passiva, dovendo semplicemente replicare un indice, hanno costi di gestione notevolmente inferiori.
È importante considerare che, oltre ai costi di gestione annuali (Expense Ratio), gli ETF hanno anche i costi di trading (commissioni di acquisto/vendita) ogni volta che li compri o vendi tramite il tuo broker, proprio come accade con le azioni. Questo è un costo da considerare, soprattutto se prevedi di fare molte operazioni. I Fondi Comuni potrebbero non avere commissioni di acquisto/vendita (fondi “No Load”), ma spesso hanno costi di gestione annuali più alti degli ETF passivi.
Il confronto tra “ETF vs fondi attivi” è spesso proprio un confronto tra gestione passiva (tipica degli ETF) e gestione attiva (tipica dei fondi), dove i costi e la capacità di battere il mercato sono i temi centrali.
Differenze tra ETF e Fondi Comuni : Vantaggi e Svantaggi a Confronto
Sia gli ETF che i Fondi Comuni offrono indubbi vantaggi, ma presentano anche alcuni potenziali svantaggi a seconda del tuo profilo di investitore e dei tuoi obiettivi. Vediamo i principali a confronto.
Vantaggi degli ETF
- Costi generalmente più bassi: Soprattutto gli ETF a gestione passiva hanno tipicamente costi di gestione annuali (Expense Ratio) significativamente inferiori rispetto alla maggior parte dei Fondi Comuni, specialmente quelli a gestione attiva.
- Flessibilità di trading: Puoi acquistarli e venderli in qualsiasi momento durante l’orario di borsa, come le azioni. Questo ti dà maggiore controllo sui prezzi di esecuzione.
- Trasparenza: La composizione di un ETF che replica un indice è generalmente molto trasparente e nota quotidianamente.
- Efficienza fiscale: La struttura degli ETF tende a generare meno eventi tassabili legati alla ridistribuzione di capital gain interni rispetto ai Fondi Comuni, il che può essere un vantaggio in portafogli non a fiscalità differita (come nei Paesi in cui non esiste un regime di tassazione agevolata per determinati tipi di investimenti).
- Bassi minimi di investimento: Spesso puoi iniziare a investire in un ETF acquistando anche solo una quota, il cui costo è solitamente molto accessibile.
Possiamo dire che per molti investitori, specialmente i principianti orientati al lungo termine e con un focus sui costi, “Gli ETF sono un buon investimento?” trova spesso una risposta positiva, grazie ai vantaggi elencati.
Svantaggi degli ETF
- Costi di trading: Ogni volta che compri o vendi un ETF, potresti dover pagare delle commissioni di trading al tuo broker (anche se molti broker online ora offrono trading senza commissioni su molti ETF).
- Bid-Ask Spread: Essendo scambiati in borsa, gli ETF hanno un prezzo di acquisto (Ask) leggermente superiore al prezzo di vendita (Bid). Questa piccola differenza (lo spread) è un costo implicito, solitamente minimo per gli ETF più liquidi ma che può essere maggiore per quelli meno scambiati.
- Potenziale scostamento dal NAV: In rari casi o in condizioni di mercato estreme, il prezzo di mercato di un ETF potrebbe discostarsi temporaneamente dal suo Valore Netto d’Attivo.
- Necessità di un conto brokerage: Per acquistare ETF hai bisogno di un conto titoli che permetta di operare in borsa.
Vantaggi dei Fondi Comuni
- Vasta gamma di opzioni: Essendo uno strumento esistente da più tempo, c’è una gamma molto ampia di Fondi Comuni disponibili con diverse strategie e obiettivi.
- Accesso facilitato: Spesso è più facile accedervi tramite la propria banca o una rete di consulenti finanziari tradizionali, il che può essere rassicurante per alcuni investitori.
- Gestione professionale attiva (potenziale): Per chi crede nella possibilità che un gestore esperto possa sovraperformare il mercato, i fondi a gestione attiva offrono questa possibilità (anche se, come visto, non è garantito e ha costi più alti).
- Piani di accumulo automatici semplici: Molti Fondi Comuni si prestano bene a piani di investimento automatici regolari.
Svantaggi dei Fondi Comuni
- Costi generalmente più elevati: Specialmente quelli a gestione attiva, i Fondi Comuni tendono ad avere costi di gestione (Expense Ratio) superiori agli ETF passivi. Possono anche avere costi di ingresso (commissioni di sottoscrizione) o di uscita.
- Minore flessibilità di trading: Le operazioni vengono eseguite solo una volta al giorno al NAV di chiusura, senza la possibilità di controllare il prezzo di esecuzione durante la giornata.
- Potenziale inefficienza fiscale: La gestione attiva può generare più spesso distribuzioni di capital gain interni al fondo, che vengono poi tassati in capo all’investitore anche se non ha venduto le sue quote.
Diversi Tipi e differenze tra ETF e Fondi Comuni
Sia gli ETF che i Fondi Comuni non sono un prodotto unico, ma si dividono in numerose categorie in base a cosa investono. Questa varietà permette agli investitori di scegliere lo strumento più adatto ai loro obiettivi e alla loro propensione al rischio.
Principali Tipi di ETF
Quali sono i 3 principali tipi di ETF? Sebbene esistano moltissime categorie, possiamo dire che tra i tipi più comuni di ETF ci sono quelli che investono in:
- Azioni (Equity ETF): Replica l’andamento di indici azionari (come S&P 500, indici globali, indici settoriali, ecc.).
- Obbligazioni (Bond ETF / Fixed Income ETF): Replica l’andamento di indici obbligazionari (come indici di titoli di stato, obbligazioni societarie, ecc.).
- Materie Prime (Commodity ETF): Replica l’andamento di prezzi di materie prime (come oro, petrolio, agricoltura).
Esistono poi molti altri tipi, come gli ETF settoriali (solo tecnologia, salute, ecc.), geografici (solo un paese o una regione), o con strategie più specifiche.
Principali Tipi di Fondi Comuni
Anche i Fondi Comuni si dividono in categorie simili in base agli asset in cui investono prevalentemente:
- Fondi Azionari: Investono principalmente in azioni di diverse aziende. Si suddividono ulteriormente in base all’area geografica (Italia, Europa, Globali), al settore, o alla dimensione delle aziende (large cap, mid cap, small cap).
- Fondi Obbligazionari: Investono principalmente in obbligazioni. Anche questi si differenziano per emittente (governativi, societari), area geografica, scadenza (breve, medio, lungo termine).
- Fondi Bilanciati: Investono in una combinazione di azioni e obbligazioni, con percentuali variabili a seconda del profilo di rischio.
- Fondi Monetari: Investono in strumenti finanziari a brevissimo termine e a basso rischio, spesso usati per parcheggiare liquidità.
Anche per i Fondi Comuni esistono categorie più specifiche come i fondi immobiliari o i fondi flessibili. La gamma è vastissima.
Differenze tra ETF e Fondi Comuni . Scegliere ETF o Fondo Comune?
Dopo aver analizzato le differenze, i vantaggi e gli svantaggi di Fondi Comuni ed ETF, la domanda che sorge spontanea è: “Fondi o ETF? Qual è la scelta giusta per me?” La risposta, come spesso accade nel mondo della finanza personale, non è unica e universale. Dipende molto dalle tue specifiche esigenze, dai tuoi obiettivi di investimento, dalla tua propensione al rischio e dal modo in cui preferisci operare.
Ecco alcuni fattori da considerare per aiutarti a decidere:
- Costi: Se i costi sono la tua priorità assoluta e sei a tuo agio con l’acquisto e la vendita in borsa, gli ETF a gestione passiva sono spesso l’opzione più economica grazie ai loro bassi costi di gestione annuali. Considera però anche i costi di trading per gli ETF.
- Stile di Gestione: Preferisci un approccio passivo che replica un indice o credi che un gestore attivo possa fare meglio del mercato (pur con costi maggiori)? La tua preferenza ti indirizzerà verso ETF passivi o Fondi Comuni (o anche ETF attivi).
- Flessibilità di Trading: Se per te è importante poter comprare e vendere in qualsiasi momento della giornata di borsa, l’ETF offre questa flessibilità, a differenza del prezzo unico giornaliero dei Fondi Comuni.
- Minimo di Investimento: Verificare i minimi di investimento richiesti. Gli ETF di solito permettono di iniziare anche con poche decine o centinaia di euro (il costo di una quota), mentre alcuni Fondi Comuni potrebbero richiedere importi minimi più elevati.
- Accesso e Semplicità Operativa: Sei più a tuo agio operando online tramite un broker (per gli ETF) o preferisci rivolgerti alla tua banca o a un consulente tradizionale (spesso canale privilegiato per i Fondi Comuni)? Considera la piattaforma e il supporto che offrono i diversi intermediari.
- Efficienza Fiscale: Anche se può essere un aspetto complesso, l’efficienza fiscale degli ETF rispetto ai Fondi Comuni a gestione attiva può essere un fattore importante per alcuni investitori nel lungo termine.
In sintesi, non c’è un vincitore assoluto tra Fondi o ETF. Entrambi sono ottimi strumenti per la diversificazione. Gli ETF passivi sono spesso ideali per chi cerca bassi costi, trasparenza e flessibilità di trading. I Fondi Comuni (anche passivi) possono essere una buona scelta per chi preferisce una gestione più tradizionale tramite banca o cerca l’opportunità (seppur non garantita) della gestione attiva, accettando costi potenzialmente più alti. L’importante è informarsi e scegliere in modo consapevole.
Cercare gli ETF con un Occhio ai Rendimenti Passati (e perché fare attenzione)
Molti investitori, comprensibilmente, cercano gli “ETF migliori” e tendono a guardare ai rendimenti che hanno ottenuto in passato per orientarsi. È naturale voler investire in qualcosa che ha dimostrato di “funzionare”. Tuttavia, è fondamentale approcciare questo aspetto con grande cautela.
Perché i rendimenti passati non sono una garanzia per il futuro:
Il rendimento che un ETF (o qualsiasi altro investimento) ha avuto negli ultimi 1, 3, 5 o 10 anni ti dice solo cosa è successo in quel periodo specifico, con quelle determinate condizioni di mercato. Non c’è nessuna certezza, e nemmeno una probabilità matematica, che lo stesso si ripeta in futuro. I mercati cambiano, le condizioni economiche evolvono, e la performance passata non è predittiva di quella futura.
Come gli investitori guardano ai rendimenti passati (con cautela):
Anche sapendo che non sono una garanzia, gli investitori spesso guardano i rendimenti passati su diverse finestre temporali (es. 1 anno, 3 anni, 5 anni, dall’inizio) per avere un’idea di come si è comportato l’ETF in diverse fasi di mercato. È più utile guardare rendimenti annualizzati (il rendimento medio su base annuale in un certo periodo) piuttosto che il rendimento totale su periodi lunghi.
Più importante del singolo rendimento elevato, è capire cosa ha portato a quel rendimento (ha replicato un indice che è andato molto bene? Ha una strategia particolare?) e valutare la volatilità (quanto il prezzo è oscillato).
Esempi di cosa cercano gli investitori (non consigli di investimento!):
Quando cercano performance, gli investitori spesso guardano ETF che replicano indici azionari globali o di grandi mercati (come un ETF sull’indice S&P 500 o un ETF sull’indice MSCI World), o indici obbligazionari di riferimento. Questi sono esempi di categorie di ETF molto diffuse e spesso analizzate per le loro performance storiche, ma questo non li rende automaticamente i “migliori” per la tua situazione.
Dove trovare informazioni aggiornate sui rendimenti:
Per trovare dati di performance aggiornati sugli ETF e confrontarli in base ai tuoi criteri (tipo di investimento, area geografica, costi, ecc.), puoi utilizzare piattaforme di broker online o siti specializzati che offrono strumenti di screening e comparazione. Cerca sempre fonti affidabili e dati aggiornati.
Approfondiremo come leggere e interpretare tutti i parametri importanti di un ETF (come l’Expense Ratio, il tracking difference, la liquidità, ecc.) in un prossimo articolo dedicato.
DISCLAIMER FONDAMENTALE: Le informazioni sui rendimenti passati e gli esempi di categorie di ETF forniti in questa sezione sono a scopo puramente illustrativo e informativo generale. Non costituiscono in alcun modo una raccomandazione di investimento o consulenza finanziaria personalizzata. Le decisioni di investimento devono basarsi sulla tua situazione finanziaria, i tuoi obiettivi e la tua propensione al rischio, e richiedono un’analisi approfondita o la consulenza di un professionista qualificato e indipendente. I rendimenti passati non sono indicativi di rendimenti futuri.
In sintesi, abbiamo visto che, nonostante le apparenze, esistono differenze importanti quando ci si chiede: Quali sono le differenze tra ETF e un fondi comuni?
Abbiamo esplorato come vengono scambiati (in borsa per gli ETF, a fine giornata per i Fondi Comuni), i loro diversi stili di gestione (prevalentemente passiva per gli ETF, spesso attiva per i Fondi Comuni) e l’impatto che questo ha sui costi. Abbiamo anche visto i rispettivi vantaggi e svantaggi, e i principali tipi in cui si suddividono.
La scelta tra un ETF e un Fondo Comune non ha una risposta giusta o sbagliata in assoluto; dipende dalle tue esigenze specifiche, dalla tua preferenza per i costi o per la gestione attiva, e dal modo in cui preferisci operare sui mercati.
Entrambi gli strumenti offrono eccellenti opportunità di diversificazione e possono semplificare l’accesso al mondo degli investimenti rispetto alla selezione di singoli titoli. L’importante è informarsi bene, capire lo strumento che scegli e allinearlo ai tuoi obiettivi finanziari.
Speriamo che questa guida ti abbia fornito un quadro più chiaro per orientarti tra queste due popolari opzioni di investimento.